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COME RIDIMENSIONARE I COSTI DI GESTIONE DI UNA SQUADRA

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Messaggio  enzounico Ven Gen 16, 2009 9:53 pm

dallarivolley.com


Come ha fatto Catania a tagliare il 30% dei costi? Ce lo dice Fabio Pagliara - di Lorenzo Dallari

Dopo le prime riflessioni di Massimo Righi, Amministratore Delegato della Lega maschile di Serie A, continuiamo la nostra analisi della situazione presente e futura della pallavolo italiana con le riflessioni di un bravo dirigente, che già quest’anno ha fatto un taglio netto di 300.000 euro al suo budget per problemi oggettivi, ridimensionandolo del 30 per cento. Fabio Pagliara, Amministratore Delegato della SP Catania, partecipante al campionato maschile di serie A2, e in passato, nel 1992, anche Direttore Generale della Lega maschile.

- Come avete fatto?
“Abbiamo agito in più direzioni. Innanzi tutto abbiamo liberato giocatori come Francesco Corsini (andato a Martina Franca) e Stefano Moro (ceduto a Castellana Grotte) rimandando in Bulgaria Stoyanov: e di queste decisioni siamo fieri perché abbiamo creato sì un danno tecnico a noi, ma non abbiamo penalizzato il sistema visto che i giocatori sono andati in squadre più forti guadagnando quello che volevano. Poi abbiamo rinegoziato con i contratti con i giocatori, dividendoli in due fasce: abbiamo chiesto agli atleti che percepivano gli stipendi più sovradimensionati per noi di mettersi mano sulla coscienza e di accettare il 20/25 per cento in meno, mentre non abbiamo toccati i contratti di quelli che guadagnavano meno. Sarebbe stata obiettivamente una vergogna decurtare del 20 per cento gli emolumenti di chi guadagna 20.000 euro l’anno. Devo dire con soddisfazione che tutti hanno dimostrato sensibilità accettando le nostre proposte, anche in considerazione della situazione pesante che vive la nostra città”.

- Come vi siete comportati con i vostri sponsor, che hanno chiesto di rinegoziare dopo che avevamo firmato i contratti?
“Noi abbiamo 62 soci nel nostro azionariato: i nostri sponsor sono anche proprietari delle rispettive aziende. Con loro abbiamo accettato le decurtazioni proposte senza applicare penali, chiedendo però nel contempo un gentlement agreement per prolungare gli accordi. Del resto a Catania esistono anche degli evidenti problemi di carattere sociale: se le aziende fanno licenziamenti oppure mettono i dipendenti in cassa integrazione, come si fa a non accettare la situazione che si è venuta a creare?”.

- Ci dici quale può essere la tua ricetta in prospettiva futura?
“ Esistono diversi modi per calmierare i costi. Innanzi tutto una panchina fortemente locale: provocatoriamente dico che in serie A2 ci dovrebbero essere 3 dei 12 giocatori provenienti dalla provincia: in questo modo tra l’altro si incentiverebbe significativamente il settore giovanile. Poi io vieterei alle squadre di portare via i giocatori dalla regione di appartenenza fino al 16° anno. Punto numero 2 : serve necessariamente un meccanismo di salary cup, pur nella consapevolezza del fatto che qualcuno può non rispettarlo. Si darebbe vita comunque a una norma da rispettare da parte dei giocatori e dei procuratori. Terzo: sono d’accordissimo con quanto già approvato in Lega in merito ai pagamenti degli impegni presi. In questo modo si obbliga le società a rispettare gli accordi presi. Oggi come oggi i giocatori devono firmare la liberatoria in cui attestano che hanno percepito almeno il 70 per cento degli emolumenti: il 30 per cento andrà poi pagato entro il 31 dicembre. Cosa porta tutto questo? Il fatto che le società spalmano sulla stagione successiva i debiti di quella precedente. I bilanci sono fatti di spesa corrente, non ci sono ammortamenti, e pertanto ci si trova a pagare due stipendi. Questa è una bella mossa perchè costringe tutti in futuro a offrire i soldi di cui si sa di poter disporre, non promettere quanto si sa già che non si avrà mai, visto quello che si rischierà in quanto a multe, penalizzazione del punteggio ed escussione della fidejussione”.

- Altre idee per calmierare i costi?
“Devo dire che si dovrebbero ridurre tasse federali oggi a dir poco scandalose: la serie A2 paga 1.300 euro per ogni partita, 650 chi gioca in casa e chi gioca in trasferta. E poi costa decisamente troppo tesserare uno straniero e un comunitario tra transfer internazionale, tasse federali in Italia e in Fivb. Volete un esempio: tesserare Hugo Conte, oggi non tesserato per nessuno e pertanto con transfer gratuito, costa 3.500 euro. Semplicemente esagerato. Poi per la serie A2 esistono costi che potrebbero essere ottimizzati mediante servizi offerti tramite l’intervento della Lega: ad esempio nell’ospitalità, nei viaggi, nei trasporti si potrebbero cercare partner comuni abbattendo i valori del 25/30 per cento. In momenti di grande crisi come questo occorrono soluzioni che siano strutturali: il governo della Lega e della Fipav devono intervenire con manovre di grande impatto, ad esempio abolendo le retrocessioni, il che farebbe diminuire il rischio sportivo: se per un anno in A1 non si retrocedesse, si calmiererebbero i costi del 40 per cento. E poi la serie A2 non è assolutamente in grado si scimmiottare la A1 da diversi punti di vista: bisogna dare a questo campionato una dimensione nuova, più snella: non ha senso ad esempio che i dirigenti siano in giacca a cravatta, può andare benissimo un look più informale. La differenza è tale che occorre anche differenziare alcune regole, senza ovviamente degenerare nel Far West”.
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